Premessa

Avevo iniziato questo testo con ben altre mire. Volevo essere conciso, puntuale e stringato, ma non ho nemmeno il tempo di rileggere per bene il tutto, nemmeno di finirlo, perché le parole aumentavano, aumentavano... ma se continuassi a rimandare, la pubblicazione slitterebbe indefinitamente.
Perdonate dunque la confusione e la fretta.

Questo testo potrebbe assomigliare ad uno sfogo, penserà qualche maligno.
Infatti lo è!
In ogni caso, andate subito alla parte succosa se non vi piacciono le polemiche, e comunque fatemi sapere se arrivate alla fine.


La grande abbuffata

Il buon -si fa per dire- Berlusconi fa la parte del leone e prende tutto, ma l'analisi di queste elezioni ha davvero molto da rivelare. Premetto per chi non mi conoscesse che appartengo alla nobile casta dell'elettorato di centro-sinistra decisamente insoddisfatta della condotta degli stessi partiti che vota, non solo dal punto di vista del muoversi delle singole persone ma soprattutto da una generale inefficienza delle componenti della sinistra nell'affrontare un certo numero di nodi chiave della nostra politica. Spesso l'inefficienza si è affiancata alla cura del proprio tornaconto, ma non mi pare che sia una novità, e peraltro sfido chiunque a paragonare, dal punto di vista dell'onestà, le amministrazioni di sinistra con gli altri governi da quarant'anni ad oggi.

Premetto anche che appartengo ad una schiera di persone che dà molti fatti, facilmente provabili e ampiamenti documentati, che chi nega considero sì e no cranioleso. Per esempio, indicherò spesso Berlusconi come una persona che ha vissuto a lungo nell'illegalità (a danno di noi contribuenti, come sempre) e francamente non ho tempo da perdere con chi vuole contestare una simile posizione... un proverbio normanno diceva: "non litigare con gli imbecilli". Ma il fatto non mi serve per dare addosso a Berlusconi stesso, in quanto non è assolutamente il fine di queste righe. Certamente sarebbe possibile nei confronti di altrettanti personaggi poco raccomandabili in tutti i partiti che si sono presentati alle elezioni.

Burp! La mia mente rigurgita pensieri elettorali.

Anzitutto, non possiamo raccontarci favole. L'Italia è un paese di destra, e comunque, come ribadirò poi, contrario alle sinistre. Non è un caso che al governo ci siano andate solo con il totale sbandamento della DC e finché è mancato un avversario sufficientemente organizzato. Al tempo, in molti rimasero stupiti dal livello di corruzione e dal livello di evasione fiscale raggiunti in Italia, probabilmente un nutrito gruppo di persone che non hanno mai usato il cervello, dato che (almeno per quanto riguarda la mia esperienza personale) un negoziante su dieci mi faceva lo scontrino, un adulto su dieci di quelli che conoscevo non aveva usato o cercato di usare raccomandazioni, un utente di PC su cento comprava il software invece di prenderlo copiato. Con una simile realtà di fronte agli occhi, vorrei sapere come fosse possibile stupirsi di qualcosa. Tant'è, si formò un pacco di elettori che sono finiti da una parte e dall'altra a seconda di chi riusciva a far finta di rappresentare "il nuovo" e costituenti una sorta di massa imprevedibile. Ma la destra, o meglio la non sinistra, continuava a dettare legge. In molti sembrano essersi dimenticati del fatto che il Polo le elezioni le ha vinte da subito, già anni fa e prima del famoso ribaltone. I numeri c'erano allora e non sono sostanzialmente cambiati, è stato il sistema maggioritario ad aggraverne il peso. Si osserva chiaramente come il sistema maggioritario uninominale penalizzi chi ha un buon numero di votanti uniformemente distribuiti piuttosto che con "punte percentuali" anche non numerosissime. Palese e da sempre ben noto, ma la sinistra ne ha pagato pesantemente le conseguenze a questo giro. Essendo io tra i sostenitori di un sistema che comunque possa premiare fortemente i vincitori delle elezioni, non me ne lamento: preferisco l'attuale al vecchio proporzionale, sebbene ad entrambi preferirei un sistema che, semplicemente, miri ad ottenere un, che so, 55% dei vincitori rispetto al numero di seggi conquistati senza fornire premi ulteriori. Quella maggioranza, cioè, che garantisce la governabilità da parte degli schieramenti che arrivano davvero al governo con un comune programma. Vabbeh. Non è questo il punto.

Sostanzialmente, all'elettorato sono stati presentati due prodotti, uno moderato-riformistico e l'altro spiccatamente capitalistico. Parlo di prodotti perché da entrambe le parti non si sono viste novità degne di segnalazione: l'Ulivo con la stessa politica degli ultimi anni, la destra con un sistema liberista molto spinto nelle intenzioni. Da parte dell'Ulivo, una linea abbastanza compatta, da parte della destra, sostanzialmente appiattita sulla linea di Berlusconi che ha cancellato i colleghi.

E arriviamo alla prima grande sconfitta: AN. Qualcuno si ricorda del fatto che AN dovrebbe essere custode della tradizione della destra italiana, anti-capitalista e anti-liberista? Anzi, qualcuno di quelli che votano AN e alzano il pugno per fare i "fascistelli", tuttora molti (altro fatto innegabile che qualcuno tenterà di negare, ma cari miei... io -purtroppo- vivo alla Balduina...), hanno mai saputo quali erano le idee del fascismo in fatto di economia, di assistenza sociale, di collaborazione tra le parti sociali? AN, evidentemente stanca di stare a guardare la politica fatta dai partiti forti, ha deciso di restare saldamente ancorata all'uomo che le ha dato visibilità, con il risultato di finire al governo ma con un pessimo risultato elettorale e il tradimento della propria tradizione. Basterà confrontare il risultato proporzionale, che dà bene idea del calo in termini assoluti, rispetto alle politiche del 1996. Quasi certamente, i voti di AN sono finiti nella tasche di Berlusconi, il che conduce ancora alla precedente conclusione, ovvero che esiste uno zoccolo duro di persone che votano comunque a destra, sostanzialmente per antipatia verso le sinistre. Difatti, il passaggio da AN a FI è, dal punto di vista dei valori incarnati, decisamente notevole, eppure in molti lo hanno fatto. Probabilmente nella mente dei dirigenti c'è la volontà di recuperare il voto perso conquistando un'immagine valida come amministratori dello stato.

Un'altra sconfitta la porta a casa il capo opposto del panorama: Rifondazione Comunista. In termini percentuali, ha perso una bella fetta del proprio elettorato. Sebbene si volesse far passare la performance come degna di nota, la verità è che RC viene da ben più gloriosi fasti, e il fatto di aver passato lo sbarramento non ne fa certo una campionessa. Ben magra consolazione, che gli altri piccoli non ce l'abbiano fatta... Onestamente, credo che Rifondazione, in proporzione alla propria precedente forza elettorale, sia tra quelle che può meglio lamentare dello scarso spazio concessole dai media.
Curioso il fatto che sia RC che AN siano riusciti ad uscirne con l'immagine dei vincenti!

I "figli" di Pannella sono riusciti, con le unghie e con i denti, a strappare più visibilità di Bertinotti ed è difficile dire se abbiano perso o vinto la propria battaglia. La mia opinione è che l'errore strategico sia stato quello di stare dalla parte delle destre. Ammiro molto Pannella e capisco le sue ragioni, le ha molto ben illustrate e ancora una volta, con una precisa scelta, ha mostrato di essere uno che non guarda in faccia a nessuno, tuttavia è innegabile che la presa che ha avuto il suo personaggio a sinistra gli ha sempre concesso alcune simpatie che ora ha perso (già da tempo), laddove quelle stesse simpatie non le ottiene a destra. Ancora una volta, però, la storia è stata dimenticata: prima ancora di appartenere agli schieramenti sinistroidi, il partito radicale nacque come frattura di un partito di destra, e questo credo che la maggior parte dei votanti più giovani non lo sappiano. Comunque, passando da un'area all'altra, ha mantenuto la sua schiera di fedelissimi, potendo sostanzialmente vantare una percentuale che difficilmente scenderà. Questo rischio, semmai, riguarda i residuati della Democrazia Cristiana che continuano a cambiare pelle e nomi come alla ricerca di un look di successo. La verità è che hanno poco da dire e soprattutto manca loro il carisma necessario. Continueranno ad essere visti come "il vecchio".

Il "vecchio"! Proprio questo sembra essere l'incubo degli italiani dal quale hanno cercato di fuggire, e da questo punto di vista bisogna essere sinceri: le sinistre non hanno operato quel vero repulisti interno che le avrebbe potute presentare sotto una nuova luce. Anzi, si sono portate appresso "di tutto". Quelli di noi che gridano allo scandalo per i personaggi "riciclati" dalle destre dovrebbero ricordarsi che solo chi non ha peccato ha buon diritto a scagliare la prima pietra.

Dal punto di vista del marketing, Berlusconi non poteva che vincere, è il suo mestiere. E' riuscito a far credere agli italiani che la categoria imprenditoriale, per quanto corrotta, sia meno corrotta di quella dei politici, o comunque più attiva, più vicina alla realtà del mondo, più pratica e tante altre belle cose.
Sempre parlando di marketing, ogni commento sulla sinistra credo risulti superfluo. A partire da quanto si potrebbe dire di Rutelli che circolava con un sorriso a tremila denti per dire "vinceremo", quando non ci credeva nessuno e si vedeva quanto stesse scopiazzando modi di fare che non ci dovrebbero appartenere, fino alle scialbe figure di molti altri. Non si potevano scegliere slogan più realistici e credibili? Non si poteva semplicemente dire che la battaglia elettorale sarebbe stata molto dura o quant'altro? Ma perché inscenare commedie che non fanno per noi? Si vuole per forza assomigliare a uno che fa i cartelloni con i fotomontaggi? "Un buon lavoro per te"? Avrete notato che l'illuminazione di Berlusconi, nel cartellone, proviene da una fonte diversa rispetto a quella usata per gli altri, e che il taglio è esattamente lo stesso che in mille altre sue immagini... ovvero: Berlusconi in mezzo a quelle persone non c'è mai stato. E dobbiamo cedere a queste buffonate? Se proprio vuoi farlo devi avere il personaggio adatto...
E lo spezzettamento in cento schieramentini ognuno con il suo piccolo principe? Ma vi sembra un modo di rappresentare una possibile maggioranza? Ma chi vuole credere che in un simile calderone ci sarebbe potuta essere intesa per l'assegnazione dei ministeri e delle competenze?
Credo, cari lettori, che non abbiate bisogno di me per elencare altre assurdità di uno schieramento che si proponeva di vincere le elezioni. Ho anzi il sospetto che, noti i risultati dei sondaggi e certa la sconfitta, in molti abbiano voluto tentare l'avventura in solitario per guadagnare visibilità in vista di un futuro riassetto, per poter vantare il maggior successo e quindi essere tra i primi in un qualcosa di più compatto, nelle prossime elezioni.



Il succo del discorso

Ok, tralasciamo adesso le precedenti banalità.

Uno degli interventi più tristi che abbia mai sentito è stato quella di Iva Zanicchi, e credo che sia esemplare di un atteggiamento e di una ignoranza ben diffuse che hanno portato anche al risultato elettorale.
Per chi non l'avesse sentito, il concetto espresso era questo: che ci sarà mai di così terribile nell'eleggere Berlusconi, ha ottenuto enormi successi, facciamolo provare, al massimo lo si manda via tra cinque anni.
Sono giustificazioni assurde, che possono tranquillamente anche essere lette così: "dato che non so un fico secco di economia, di politica, che non ho idee precise su come vorrei che fosse il mondo, beh, allora vediamo se una persona di successo ne capisce più di me".

L'elettore ideale, anzi il cittadino ideale, ha ben chiaro cosa ritiene sia giusto e cosa sbagliato, dove conduca una linea economica piuttosto che un'altra, ecc... ecc... Il cittadino ideale sceglie un candidato perché condurrà il mondo nella direzione che trova la migliore. E sa cosa comporta una scelta.
Berlusconi si presenta come il grande innovatore, ma la verità è che non c'è nulla di nuovo in ciò che propone. Nulla di imprevedibile. Semplicemente, la sua formula non è mai stata usata nella nostra penisola. E allora?

Per gli elettori, trattavasi solo di decidere dove condurre l'Italia, e non tanto in questi cinque anni, quanto, eventualmente, una certa politica perseguita indefinitamente (non è forse questo il senso dello schierarsi politicamente?). Ma l'operazione è stata affrontata in modo palesemente ignorante, alla Zanicchi. E' così difficile guardare prima, laddove questa politica è stata usata a lungo, come vadano le cose? Ti piace? Non ti piace? Ti interessa così o no?

Anche le critiche mosse a Berlusconi, le previsioni sul colossale buco che potrebbe produrre nelle finanze in un attimo non sono necessariamente fondate: per quanto Berlusconi possa gettare le basi di un'economia statale destinata a colare a picco, ha ancora parecchio margine per pareggiare i bilanci sia con le privatizzazioni che con condoni edilizi a go-go e con prestiti (BOT, BTP, CCT...) privati. E poi c'è una tale quantità di sprechi sulla quale intervenire che anche una recrudescenza della corruzione avrebbe un impatto minore rispetto ai risultati di un serio controllo delle spese. Lasciatemi dire che, in questo campo, la sinistra non ha fatto abbastanza. Siamo d'accordo che in pochi anni non si può raddrizzare un colossale ingranaggio pieno di marciume, ma resto convinto del fatto che si poteva fare di più, l'ennesima elevazione degli stipendi dei parlamentari chiarisce bene che tipo di atteggiamento abbia regnato.
Ero presente quando un "potente" di una certa associazione culturale, usata come scatola vuota senza fini di alcun genere, concluse una telefonata ad un politico per salvare quella stessa associazione. Era stata esclusa da un certo pacchetto di finanziamenti statali ma rientrò subito.
E i racconti che mi devo sorbire quando frequento clienti "ben ammanicati", come non tenerne conto? Come non rattristarsi pensando a quei poverini, di cui mi dicevano pochi giorni fa, che hanno preso fondi per costruire una fattoria per la quale non hanno posato nemmeno un mattone, e che ne hanno ottenuti altri per "distruggerla", non oso immaginare sulla base di quali leggi?
Che dire, se non che un mondo in cui queste fossero eccezioni e non la regola non è un'utopia?
E peraltro, le destre potrebbero essere più zelanti nel ridurre la presenza di certe assurdità nel breve periodo? Non è escluso.
E nel mentre, l'economia potrebbe incappare in un circolo virtuoso. La verità è che le tempeste monetarie stanno per finire anche grazie alla valuta unica, ma i bruschi rallentamenti e le impennate delle industrie sono qualcosa che nessuno ha mai davvero potuto controllare, né di destra, né di sinistra e in nessuna parte del mondo. I modelli statistici che tentano di prevederle funzionano per un qualche tempo, e in genere descrivono bene -guarda caso- il passato, ma durano per poco. Li si getta via, si fa una nuova teoria che spiega meglio il presente e si fa finta di avere la palla di vetro magica, salvo stupirsi di nuovo quando non funzionano più. Molto dipende da come sarà il mondo, non solo dal governo italiano; ma come andranno le economie, lo sappiamo sì e no, o forse, o per niente.
E, nel mentre, la crescita del debito pubblico si può "procrastinare" per un pezzo, con mille artifizi.

Non è sulla base dei cinque anni che andrebbe visto un governo. Immaginiamo, invece, venti anni di governo delle destre e avremo esattamente ciò che le destre capitaliste hanno prodotto ovunque abbiano governato: maggiore occupazione ma anche maggiore inflazione, maggior reddito medio pro capite ma anche maggiore sperequazione sociale (aspettatevi più ricchi molto ricchi e più poveri, e anche un bel po' di poverissimi), maggior remunerazione del lavoro professionale ma anche minore saldezza delle aziende, minori garanzie nella durata del posto di lavoro ma maggiore possibilità di avviare imprese, infine... se oggi gli straordinari sono malpagati, questa potrebbe divenire la norma come per ogni altra prestazione "extra" richiesta dagli imprenditori.
Aspettatevi grandi ricchezze per le aziende nei momenti positivi, con gioia dello stato che racimola sì poco ma abbastanza seguendo il trend. Aspettatevi però, non appena l'economia frena, un crollo del gettito fiscale e l'aprirsi di voragini nei conti statali. Già, i conti statali. Berlusconi sa benissimo che gli indicatori più significativi non sono quelli che misurano il debito pubblico in assoluto, ma quelli che lo mettono in rapporto all'andamento della produzione, dato che questa rappresenta un'idea del futuro gettito. Berlusconi scommette sulla posssibilità di mantenere le aziende a pieno regime per un pezzo, grazie alla sua bacchetta magica, e finché sarà così il debito pubblico sarà un problema solamente parziale... la cui soluzione si può rimandare indefinitamente. Secondo lui. Peccato che -opinione personale- il tasso di crescita di cui avrebbe bisogno risulta esagerato.

Capisco che per chi ha conoscenza di economia questi siano concetti banali (per un neofita come me, sono il massimo cui posso aspirare), ma è altrettanto naturale che la maggior parte delle persone ne siano del tutto a digiuno.

Visto lo scarso spessore dei sedicenti esperti di economia del Polo, non so fino a che punto Berlusconi abbia chiari i limiti della visione imprenditoriale del mondo. Si possono fare tanti soldi con le idee giuste, una buona partenza e un po' di... beh, lasciamo stare... ma sembra sempre dimenticare che uno stato è esattamente il contrario dell'imprenditore che sceglie i suoi uomini e cosa vendere: lo stato deve fornire -non vendere- ciò che serve ai cittadini, non far loro credere che sia meglio qualcos'altro. E i cittadini non sono le persone giuste scelte da chi ha naso per lanciare un'impresa, sono quello che sono e non li si può cambiare: accanto alla popolazione attiva ci sono anziani, portatori di handicap, malati, e tanta altra gente che tutti i sistemi di destra, in tutto il mondo, trattano peggio delle loro controparti di sinistra.
In compenso, chi emerge meglio finché è attivo può aspettarsi un miglior trattamento poi. E' la mentalità imprenditoriale punto e basta, può piacere come può non piacere, ma conduce il mondo verso una certa strada.

E chi ha detto che tutti i servizi peggiorerebbero in un lasso di tempo breve? La tendenza delle sinistre a difendere sempre e comunque a spada tratta i lavoratori, non ha forse portato centinaia di migliaia di dipendenti statali a fare il comodo loro e a sfruttare la loro posizione per maltrattare il cittadino e fornire servizi scadenti? Per quanto gli ultimi anni abbiano portato a migliorare drammaticamente la situazione, il peso dell'eredità si fa ancora sentire.
E, parimenti, i dipendenti statali davvero coscienziosi non hanno sentito il loro valore chiaramente sminuito e non si sono sentiti schiacciati dall'impotenza? Quanti tra loro hanno visto spegnersi ogni propria iniziativa nell'indifferenza generale e anche nello scherno dei colleghi?

E chi ha detto che solo la destra porta con sé una cultura razzista? Razzista forse sì, ma il classismo che permea tuttora la sinistra è davvero scandaloso, e non fa altro che contribuire all'esistenza di un mondo nel quale si vedono le differenze, non le uguaglianze. Quanti utilizzano ancora la parola "padrone"? Ma hanno mai lavorato in un'azienda dal clima sereno? Davvero si può ancora utilizzare una simile terminologia dispregiativa al posto di quella appropriata?

Come lo si vuole il mondo?

Se quanti hanno scelto Polo lo hanno fatto capendo le esatte conseguenze, sappiamo a cosa hanno mirato. Moltissimi ad un vantaggio personale, come è sempre stato da una parte e dall'altra. Alcuni, certamente, hanno visto l'intera situazione in modo chiaro: Berlusconi è un mentitore nato (mente su tutto: sulla sua storia, su quella di FI, sulle cifre che dà riguardo l'economia, spesso talmente ridicole da far piangere) ma questo viene considerato parte di un modo di fare politica. C'è purtroppo una generale tendenza a considerare determinate bassezze come parte del gioco, esattamente per la stessa ragione per la quale milioni di persone seguono i talk-show, pur sapendo, nella maggior parte dei casi, che riguardano storie puramente inventate e che i protagonisti sono pagati per andare a fare puro spettacolo. Spesso è una scelta, discutibile, ma non ignoranza.
Gli italiani hanno deciso, e in fondo lo hanno sempre creduto, che il denaro è una priorità. Meglio qualche soldo subito, pensano, e cercare di saperci fare, piuttosto che uno stato più attento. Meglio curare la natura quando serve all'uomo, magari -ancora una volta- ricavandone degli utili, piuttosto che preservarla in quanto tale.
Meglio un'inflazione altalenante che stabilmente bassa. Meglio i su e giù dell'economia americana che la sostanziale dinamica da pachiderma della nostra, se questo significa che nell'immediata ci si guadagna qualcosa.
Meglio i famosi "due milioni" subito a qualsiasi altro strumento. Pazienza se tanto entra e tanto esce, per cui quegli stessi due milioni, dato che vengono dati a tutti a e non a pochi, devono rientrare, con le tasse di tutti, un domani. Non ha alcun senso, ma è meglio un uovo oggi...

C'è una generale tendenza a vedere tutto dal punto di vista dell'uomo e soprattutto dell'uomo che vive oggi, supponendo che chi verrà in qualche modo se la caverà. Forse nascono troppi pochi bambini per avere una consistente fetta della popolazione preoccupata del futuro!?

Si è fatta strada l'idea che gli affari conducano a un maggior benessere diffuso, che le teorie non valgono altrettanto. Farsi guidare dagli affari significa che i comportamenti scorretti delle aziende e degli imprenditori saranno meno puniti. A quanto pare, gli italiani sono pronti a perdonare certi reati, purché cali il tasso di criminalità "comune". Siamo l'unico paese nell'Occidente industrializzato, tranne forse il Giappone (non so perché venga messo tra quelli occidentali, boh), disposto ad eleggere personaggi con così tante colpe sulle spalle. Chi ha visto in Berlusconi "il nuovo", in tal senso, deve proprio avere quelche rotella fuori posto. Ma forse, chi a posto ce l'ha, ha scelto perché crede in un certo sistema. Non sarà il migliore del mondo, ma certo la sinistra ha chiaramente fallito in alcuni intenti, per esempio nell'assicurare giustizia (nemmeno è riuscita a far processare Previti...) e questo non ha deposto in favore della sua offerta.
Si vuole una giustizia più rapida, pazienza se i peccati venali saranno trascurati. Questo ci dice l'elettore medio, se ha capito qualcosa di quanto accade.

Torniamo alla gestione dello Stato.
Un fatto è che l'Italia può procedere nella direzione economica del capitalismo spinto solo entro certi limiti, perché la comunità europea, tuttora in mano a parlamentari dall'orientamento socialista o centrista, la pensa in modo assai diverso. Greenspan può fare quello che vuole, ma qui i tassi di interesse si ritoccano se e forse... ogni tanto, e ormai sono in mano alla BCE, non alla Banca d'Italia. Questo significa che il costo del denaro non è in mano a Berlusconi, quindi gli rimane solamente la pressione fiscale come leva. Per gli europei, l'inflazione va arginata a tutti a costi, i parametri sono fissati e rappresentano un monito per tutti: non si può giocare alle montagne russe. Ma ricordiamo anche che occupazione e inflazione crescono insieme in un sistema puramente capilastico: sebbene tale sistema sia teorico, in parte resta vero. E fosse solo quello l'ostacolo... La latenza di un'economia fondata su 500 milioni di cittadini non è certo la stessa che ne procurano 60. Il potere economico e politico statunitense consentono altri margini di manovra. Se l'economia americana cola a picco, tutte la seguono e quindi tutti sono disposti ad operare in senso inverso. Se accade a quella italiana, non credo che si preoccuperebbero in troppi... almeno non fino all'arrivo definitivo della moneta unica.

Non potrei non spendere qualche parola sull'ambiente. Gli U.S.A. sono la roccaforte del capitalismo, e non a caso "vantano" la maggiore produzione di inquinamento pro-capite al mondo, quasi il doppio della media europea. In questo campo, non ci sono proprio speranze, la direzione è la stessa anche qui. Sono di quelli che amano le coste senza affollamento. Sono di quelli che credono che "verde" non significhi "prato ingombro di giochi con adeguate strutture ricettive". La natura non dovrebbe essere quella facile da raggiungere in macchina, nella quale si arriva e dalla quale si fugge in una giornata. Non sono di quelli che credono che valga la pena di mantenere un parco nazionale solo se frutta qualcosa. Non so chi abbia convinto soprattutto i giovani di questo, ma non sono affatto d'accordo, e il mio modo di pensare, sta sparendo. La parola d'ordine sembra essere "la Natura è bella perché fa bene all'uomo", che è un concetto profondamente diverso da "la Natura è bella". I programmi ambientali di oggi mirano tutti al risanamento dei bacini idro-geologici per evitare le solite stragi, alla riduzione dell'inquinamento per ridurre i danni alla nostra salute, alla pulizia delle coste affinché vi giungano i turisti. Si parlasse una volta di preservare la Natura per quello che è!
Si tratta di un'altra futura serva del denaro e dei capricci dell'uomo; d'altro canto, non essendo personificabile, non costituendo un'entità che in sé soffre o piange, non si può pensare che le venga riservato un trattamento migliore di quello destinato ad altre entità che hanno poco o nullo potere contrattuale. Qua e là, per trarne ulteriore beneficio, importanti multinazionali stanno lavorando per brevettare principi di vegetali o addirittura specie vere e proprie che esistono da millenni e che l'uomo usa da millenni. Ci stanno provando con il riso Basmati, ancora non si bene con quale risultato. Ci hanno provato con sostanze presenti nel pepe, in generale lo si fa con ciò che si trova nei paesi del Terzo Mondo o in via di sviluppo che non possono reagire. E che vedono le loro esportazioni ridursi, perché i loro prodotti vengono respinti, in quanto contenenti sostanze "brevettate". Questo è il mondo creato da un certo modo di fare, ma lo si vota alla cieca. L'enorme afflusso di denaro regolato con simili sistemi finisce nelle casse di chi poi fa ricerca. La ricerca così corre, ma i risultati vengono fatti pagare, per anni, senza pietà. Inevitabilmente, inesorabilmente, il progresso risulterebbe più rapido, ma allo stesso tempo cresceranno le barriere economiche per usufruirne. E' meglio? E' peggio? Ma la mia domanda è ancora la stessa: certe cose sono note, perché dire "proviamo"?

Mi rattristo anche perché sono i giovani per primi a pensarla in un certo modo. Gli elettori di diciotto e diciannove anni sono quelli che per più lungo tempo costituiranno una fonte di voti per l'una o per l'altra parte e sono quindi importantissimi, tanto più che le elezioni nazionali si ripresentano dopo anni. I votanti anziani scompaiono e vengono sostituiti da quelli giovani, l'elettorato giovane può valere anche il doppio, ed è proprio quello il segnale più allarmante per chi non ha le loro stesse idee. Il voto siciliano mi sembra la più palese delle dimostrazioni: laddove la destra ha promosso l'ennesimo condono destinato ad abbruttire la terra, la stessa destra ha preso tutti i seggi a disposizione. Sintomatico, no?
L'esempio della Natura mostra ancora una costante convinzione espressa dal voto: che sia bene cioò che porta ricchezza, in quanto automaticamente la ricchezza si tramuta in migliori condizioni di vita. Non è vero, non è vero e lo dice la matematica, lo dicono gli indicatori ai quali qualsiasi esperto si sottomette: non sono gli stati con il maggior reddito medio pro capite quelli nei quali la qualità della vita è superiore. Eppure questo fatto sembra essere bellamente ignorato dagli elettori, stanchi di una ricetta che non li ha soddisfatti.

Bah, ci sarebbero altre pieghe da rivoltare per andare a fondo. La previdenza sociale è un nodo cruciale assieme a quello degli altri servizi. Le cifre fornite dal Polo non stanno né in cielo né in terra: se davvero il Berlusca riducesse le tasse di quanto dice, e parimenti aumentasse le pensioni di quanto dice (inutile fare finta che l'INPS non abbia a che vedere con le tasse... sono babbalate), e con esse gli stipendi, non ci potrebbe essere nessuna crescita dell'economia sufficientemente virtuosa da coprire le reali esigenze. A meno di non voler diventare, come dice d'Alema, una nuova Thailandia. Siamo disposti a pagarne il prezzo? Nessun paese occidentale vede da tempo un aumento annuo del PIL a due cifre (e aggiungo, per fortuna)... Forse con un'inflazione del 10% e parlando solo di valori assoluti e non rapportati al reale costo del denaro, si potrebbe portare il pubblico a esultare della riuscita del miracolo senza convincerlo, visto il già citato amore per la teatralità di qualsiasi comunicazione, vera o falsa che sia.

Ma il nodo INPS è più complesso di quanto sembri, lasciamolo stare. Basti pensare al fatto che il Polo si porta dentro la xenofobia della destra tradizionale ma che, allo stesso tempo, l'INPS richiede che si facciano entrare almeno quanti stranieri servono a pagare le pensioni dei nostri anziani. Anche le industrie del nord li vogliono, eppure la destra xenofoba si presenta alleata al cavaliere delle industrie stesse. Bah.

Si possono additare certe incongruenze, ma la sinistra ne ha sempre avute altrettante, divisa tra quanti insistono nella difesa dei privilegi parlamentari e quanti vorrebbero ridurli, tra quanti difendono quella porcheria che è la scuola come è stata fino ad oggi e quanti fanno di tutto per cambiarla, ecc... ecc...

In un certo senso, temo sia inevitabile quando si mettono le persone a discutere tra diloro, appena sono più di... una.

Insomma, cari lettori, siamo sempre più insoddisfatti, ma io lo sono tanto, tanto, tantissimo, per via di una percezione che si fa sempre più forte: ovvero, che non si voti più pensando al futuro ma al vantaggio immediato, e non sulla base della conoscenza dei fatti quanto sulla simpatia e altri parametri ben poco sensati. "Vediamo come andrà" è una frase che non dovrebbe mai comparire nel linguaggio dell'elettore, come pure "volevo cambiare", come se cambiare idea non abbia alcun peso, come se lo avesse il fatto di votare persone apparentemente nuove. Vi lascio alle vostre meditazioni e opinioni... Perdonatemi ancora la confusa carrellata, ma tanto lo sapete: questo spazio è mio e lo gestisco io... se avete qualcosa dire, ditelo a tutti: attendo ancora contributi!


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