Dopo Bangkok, la prima meraviglia: Attuthaya, antica capitale della Thailandia. Vedremo anche Sukothai, la capitale ancora precedente. Come per tutti i popoli, non si riesce ad andare indietro nel tempo oltre un limite: ad un certo punto, ci si perde nella leggenda, ma queste rovine fanno ancora parte della storia. La parola magica è "Lanna": di questo antichissimo regno si sa poco e niente, ma noi possiamo toccare le vestigia di quanto lo ha seguito. L'UNESCO ha lavorato qui come altrove per preservare i capolavori della storia; e i templi sono davvero bellissimi in mezzo a giardini curati e puliti. In Sukothai, i prati si alternano a laghetti, che forniscono pesce in abbondanza e che sono una gioia per gli occhi. Nella mia memoria, il parco archeologico più bello in assoluto tra tutti quelli che ho visto, complice il cielo di piombo che rendeva tutto scuro e magnificente. Ci fosse stato il sole, non sarebbe stata la stessa cosa.
La sosta per il viaggio verso nord è a Tak, capoluogo della provincia (JB la chiama "capitale della provincia"), paesino sul quale troneggia un albergo di dimensioni esagerate, che tuttavia pare accogliere, in alta stagione, molti rafter. Nel mercatino notturno vendono valanghe di VideoCD -si vede che sono più arretrati: nelle grandi città si trovano quasi solamente DVD-, moltissimi con vecchi cartoni giapponesi -Doraimon furoreggia!- E qui, scatto una foto tra quelle che preferisco.
Ancora rovine in una bellissima cornice naturale.
Il grande fiume scorre molto lentamente vicino a Tak, la notte è tranquilla, tiepida e i ragazzi si raccolgono in piccoli gruppi a chiacchierare lungo il "corso" che si stende sotto l'albergo. Le immancabili carrette dei venditori di cibo fritto e ripassato in padella fanno salire colonnine di fumo che si perdono nel buio. Gente ce n'è, eppure il luogo è silenzioso. Soprattutto, ammetto che in tutta la Thailandia ho sempre respirato aria buona e leggera. Perfino a Bangkok, eccettuati gli imprevedibili sfiati delle fogne, l'aria è decente e comunque ben migliore di quella che si respira in una comune metropoli.